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Cannabis alla guida nuova legge: è un incubo

Staff WeWeed

giustizia attua la nuova legge sulla cannabis alla guida
Indice

Nel dicembre 2024 l’Italia ha regolamentato la cannabis alla guida con una nuova legge che cambia radicalmente le regole sulla guida dopo l’uso di marijuana. Con il Nuovo Codice della Strada basta un test positivo al THC per perdere la patente. La norma ha suscitato polemiche ma è già in vigore.

In questo articolo vedremo cosa dice la legge, quali sono e come funzionano i test, e le sanzioni che rischia chi consuma (inclusa la cannabis terapeutica), come il ritiro della patente.

Cannabis alla guida nuova legge: che cosa dice?

La riforma del Codice della Strada ha cambiato tutto: vediamo cosa prevede la legge e le novità introdotte.

La legge italiana sulla cannabis

In Italia la cannabis non è legale: il suo uso personale è illegale ma depenalizzato. Questo significa che chi viene trovato con piccole quantità per uso personale non subisce un processo penale, ma può incorrere in sanzioni amministrative, come la sospensione della patente, del passaporto o del porto d’armi.

La vendita, la coltivazione e la distribuzione di marijuana rimangono invece reati penali, punibili con multe, arresti e processi. La situazione è quindi ambigua: si tollera in parte il consumo personale ma si punisce severamente tutto il resto. La vera svolta, però, è arrivata con la Legge 25 novembre 2024 n.177, che ha riscritto l’articolo 187 modificando il Codice della Strada in modo radicale.

Il Nuovo Codice della Strada stabilisce che chi guida dopo aver assunto cannabis commette reato, anche senza essere in stato di alterazione psico-fisica. Basta che un test dimostri l’assunzione – anche giorni prima – perché scatti l’infrazione. Il principio introdotto è quello della tolleranza zero, e le conseguenze possono essere molto gravi.​

La nuova normativa è consultabile in forma ufficiale sulla Gazzetta Ufficiale.

Uso di cannabis: cosa cambia con il Nuovo Codice della Strada?

Con il Nuovo Codice della Strada cambia tutto per chi consuma cannabis, anche saltuariamente. Prima, per sanzionare un automobilista, serviva dimostrare che fosse alterato mentre era al volante. Ora non è più così.

Secondo la nuova norma basta che nel corpo siano presenti tracce di THC (il principio attivo della cannabis) e il reato scatta automaticamente, anche se la persona è lucida e guida in modo perfetto. Questo significa che fumare uno spinello il giorno prima – o in alcuni casi anche due o tre giorni prima – può costare la patente, una multa salata o addirittura l’arresto!

A differenza di quanto avviene per l’alcol, non esistono soglie minime: basta una concentrazione molto bassa per incorrere nelle sanzioni. Questo approccio ha sollevato molte critiche perché non tiene conto della reale capacità di guida.

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la polizia fa già rispettare la nuova legge sulla Cannabis alla guida con sanzioni e il ritiro della patente

Cannabis alla guida nuova legge: sanzioni e ritiro patente

La nuova legge sulla cannabis alla guida ha introdotto sanzioni molto più dure rispetto al passato. Le nuove regole non lasciano spazio a interpretazioni: se il test è positivo la punizione scatta automaticamente. In questa sezione cerchiamo di riassumere cosa succede quando si risulta positivi, quali sono le pene previste e se è ancora possibile fare ricorso.

Che succede se assumo stupefacenti e guido?

Se vieni fermato alla guida e risulti positivo alla cannabis, anche se sei perfettamente lucido sei considerato colpevole. Non serve più provare uno stato di alterazione: il solo fatto di aver assunto sostanze stupefacenti è sufficiente per far scattare il reato, come stabilito dall’articolo 187 del Codice della Strada.

Quali sono le sanzioni previste se ti beccano?

Il Nuovo Codice della Strada ha introdotto sanzioni molto più dure per chi guida dopo aver assunto cannabis. Le nuove regole non lasciano spazio a interpretazioni: se il test è positivo la punizione scatta automaticamente. Le conseguenze possono essere gravi anche per un singolo episodio. Queste sono le sanzioni previste:

  • Multa da 1.500 a 6.000 euro

  • Arresto da 6 mesi a 1 anno

  • Sospensione della patente da 1 a 2 anni

  • Raddoppio della sospensione se l’auto non è intestata al conducente

  • Revoca della patente in caso di recidiva

Nei casi più gravi si può arrivare anche alla confisca del veicolo.

Il ricorso in Cassazione

Prima della riforma la Corte di Cassazione accoglieva molti ricorsi perché non bastava il test positivo: serviva dimostrare l’effettiva alterazione psico-fisica. Oggi questa condizione non è più necessaria, quindi la possibilità di ricorrere è molto più limitata.

L’accoglimento del ricorso

Perché un ricorso venga accolto è necessario dimostrare un errore nei test o un caso di falso positivo documentato. Ad esempio, può accadere se il laboratorio ha sbagliato le analisi o se il test salivare è stato eseguito in modo scorretto. In mancanza di prove solide, il ricorso viene respinto.

Gli accertamenti per l’integrazione del reato

Una volta scattata la contestazione i campioni raccolti vengono analizzati in laboratorio. Se confermano la presenza di THC o altre droghe l’infrazione è considerata integrata, anche in assenza di altri sintomi. A quel punto si procede con la sospensione della patente e le sanzioni penali previste dalla legge.

I test salivari per la cannabis e gli accertamenti di secondo livello

Con l’entrata in vigore della nuova legge sull’uso di cannabis alla guida i controlli su strada sono diventati più frequenti e mirati.I test salivari per la cannabis permettono di rilevare in pochi minuti l’eventuale assunzione di cannabis, anche quando gli effetti non sono più percepibili. In questa sezione vediamo quali tipi di test vengono utilizzati, come funzionano e quanto tempo resta il THC nel corpo.

Come si svolgono i test per la cannabis?

Durante un normale controllo stradale le forze dell’ordine possono eseguire un test salivare di primo livello per rilevare la presenza di sostanze stupefacenti. Il test salivare per la cannabis viene effettuato tramite un tampone orale ed è in grado di rilevare molecole come il THC.

Il primo test fornisce un risultato indicativo in pochi minuti. Se risulta positivo si procede con accertamenti di secondo livello, più approfonditi e affidabili. I campioni prelevati (saliva, sangue o urina) vengono inviati a un laboratorio per l’analisi tossicologica. In attesa dell’esito la patente può essere ritirata in via cautelativa fino a 10 giorni.

Campioni, arco temporale e risultati

La durata della rilevabilità delle tracce di cannabis nel corpo dipende dal campione analizzato:

  • Saliva: fino a 24–48 ore

  • Sangue: fino a 2–3 settimane

  • Urina: fino a 3–4 settimane

  • Capelli: fino a 90 giorni (usato solo in casi specifici)

Anche se la persona non è alterata ed è pefettamente lucida, la sola presenza del THC basta a far scattare la sanzione.

Come dice Salvini “Lucido sì o lucido no, io ti ritiro la patente”

Lo stato di alterazione psico-fisica e le prove

La normativa precedente richiedeva una verifica medica dello stato di alterazione. Oggi non è più così: non serve dimostrare che il guidatore fosse sotto effetto della sostanza. Il semplice risultato positivo del test è considerato prova sufficiente per accertare l’infrazione.

Viene rilevato anche il fumo passivo?

In casi rari sì, soprattutto se si è stati a lungo in ambienti chiusi con molto fumo. Tuttavia, i livelli rilevati dal fumo passivo sono generalmente molto bassi. La legge, però, non prevede una soglia minima di tolleranza: anche tracce trascurabili possono comportare conseguenze.

Cosa cambia dalla guida in stato di ebbrezza?

Per l’alcol esistono limiti di legge (0,5 g/l per i conducenti comuni), per la cannabis no. Non c’è un valore minimo ammesso: qualsiasi quantità rilevata, anche minima, comporta la perdita della patente e altre sanzioni. È una delle principali differenze tra i due tipi di infrazione.

tante provette per analisi chimiche e test salivari voluti dalla nuova legge sulla cannabis alla guida

Cosa succede in caso di “falso positivo”?

I test salivari rapidi su strada non sono infallibili. In alcuni casi, sostanze perfettamente legali o interazioni tra farmaci possono generare falsi positivi. Se ciò accade il conducente ha diritto a un test di conferma in laboratorio. Tuttavia, anche in attesa dell’esito, la patente può essere ritirata preventivamente per un massimo di 10 giorni.

Uso di cannabis terapeutica e guida

Negli ultimi anni sempre più pazienti in Italia fanno uso di cannabis terapeutica prescritta per trattare patologie croniche. Con la nuova legge anche chi assume cannabis a fini terapeutici può rischiare sanzioni se guida e risulta positivo ai test. In questa sezione vediamo cosa dice la normativa e perché non esistono (al momento) tutele specifiche.

È vero che non si distingue tra uso terapeutico e uso ricreativo?

Sì, ed è uno dei punti più discussi. La legge non fa differenza tra uso medico e uso ricreativo: chi assume marijuana su prescrizione, anche in dosi controllate, rischia le stesse sanzioni di chi ne fa uso per svago. I test salivari per la cannabis, così come quelli ematici, non sono in grado di distinguere la provenienza del THC.

Il Ministero dei Trasporti ha annunciato l’intenzione di fornire linee guida per proteggere i pazienti, ma al momento non esistono eccezioni ufficiali. Questo crea confusione e paura tra le persone in cura, che potrebbero vedersi ritirare la patente anche senza aver mai guidato sotto effetto della sostanza.

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Il nuovo codice include anche i farmaci?

Il Nuovo Codice della Strada non si limita alle sostanze illegali. Anche alcuni farmaci prescritti possono compromettere la capacità di guida o risultare positivi ai test tossicologici, facendo scattare le stesse sanzioni previste per chi assume droghe. In questa sezione vediamo quali medicinali sono coinvolti, cosa succede in caso di errore e perché serve prestare attenzione anche alle cure legali.

Esiste un elenco dei farmaci proibiti dal nuovo codice della strada?

Al momento non esiste un elenco ufficiale e definitivo ma il Ministero della Salute ha annunciato che pubblicherà una lista aggiornata di principi attivi che possono interferire con la guida. Nel mentre è responsabilità del medico e del paziente valutare i rischi di ogni terapia prima di mettersi al volante.

Quali farmaci sono considerati pericolosi per la guida?

Alcuni farmaci, anche molto comuni, possono alterare la percezione, rallentare i riflessi o provocare sonnolenza. I più segnalati sono:

  • Ansiolitici e sedativi (es. benzodiazepine)

  • Antidepressivi triciclici

  • Antidolorifici oppioidi

  • Antistaminici di prima generazione

Questi principi attivi possono compromettere la sicurezza alla guida anche se assunti correttamente.

Ci sono farmaci che non danno problemi alla guida ma fanno rischiare la sanzione?

Sì, alcuni farmaci non alterano le capacità cognitive ma possono generare risultati positivi nei test antidroga. È il caso, ad esempio, di alcuni medicinali a base di codeina, oppioidi lievi o farmaci con derivati sintetici del THC. Anche se non compromettono la guida possono far scattare la sospensione della patente.

Cannabis alla guida: la nuova legge crea già polemiche e dubbi

Il Nuovo Codice della Strada ha generato molte critiche. Giuristi e associazioni denunciano un approccio eccessivo: si punisce anche chi non è alterato, violando il principio di proporzionalità.

I pazienti che assumono cannabis terapeutica sono tra i più penalizzati. Anche con prescrizione, possono perdere la patente senza aver guidato in modo pericoloso. Le linee guida promesse per tutelarli non sono ancora operative.

C’è inoltre preoccupazione per l’affidabilità dei test e l’aumento dei ricorsi. Alcuni temono un effetto boomerang: più burocrazia, senza reali benefici per la sicurezza stradale.

Resta il dubbio: questa legge serve davvero a ridurre i rischi o finirà per colpire soprattutto chi non rappresenta un pericolo?

 

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Giulia Content creator
Content creator, appassionata di musica, viaggi, intelligenza artificiale, cannabis e tematiche green. 

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